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Intervista Tex
Usciva a marzo del 1985 "Gli ostaggi", in cui erano pubblicate le prime tavole texiane di Fabio Civitelli. Quarant'anni dopo, l'autore aretino è uno dei più apprezzati disegnatori della scuderia del Ranger bonelliano. Abbiamo ripercorso la sua lunga e onorata carriera in questa divertente intervista.
La telefonata di Sergio Bonelli che mi annunciava di essere stato scelto per il "Texone" è uno dei momenti che ricordo con più affetto.
► Ciao Fabio buongiorno! Abbiamo fatto i conti e sono quarant'anni che cavalchi in compagnia del nostro caro Tex. Wow! Che effetto fa? Che cosa diresti a quel Pablo de Almaviva che Sergio Bonelli cercava tanto di contattare?
Il mio vecchio alter ego Pablo, sarebbe ben contento di questo traguardo. Con lui ho condiviso soltanto alcuni dei miei primi anni di lavoro, ma poi l'ho "abbandonato" una volta entrato in Bonelli. Mi piacerebbe che si facesse vivo, così da potergli mostrare le oltre 5.000 pagine realizzate per Tex!
► Quarant'anni è davvero una bella avventura editoriale. Hai degli episodi che ricordi con particolare emozione? Sei affezionato a dei momenti particolari?
La telefonata di Sergio Bonelli che mi annunciava di essere stato scelto per il "Texone" è uno dei momenti che ricordo con più affetto, ma anche il recente cartonato alla francese insieme al bravo Giusfredi e gli anni trascorsi con Mauro Boselli per la lunga saga di Yama prima e di Mefisto poi.
► Sono convinto che Tex ti inviterebbe a cena con lui per brindare e Carson ti chiederebbe di disegnarlo con meno rughe. Qual è il rapporto che ti lega al personaggio ideato da Gianluigi Bonelli? Come si è evoluto il rapporto tra voi? E cosa gli diresti durante quella cena tra vecchi amici?
Il rapporto che mi lega a Tex e ai suoi pards si è consolidato negli anni: all'inizio mi intimoriva perché mi sentivo inadeguato al genere western, ma l'apprezzamento di Sergio Bonelli e Decio Canzio mi confortava.
Il rapporto che mi lega a Tex e ai suoi pards si è consolidato negli anni: all'inizio mi intimoriva perché mi sentivo inadeguato al genere western, anche se l'apprezzamento sia di Sergio Bonelli sia di Decio Canzio mi confortava. Poi, piano piano ci ho preso gusto, e adesso vedo Tex come un amico, ma con un po' d'invidia per uno che in tutti questi anni non è invecchiato di un giorno, al contrario di me. Quindi, trovandomi a cena con lui gli chiederei il segreto di tanta longevità e della forma smagliante del "vecchio" Carson!
► Una domanda d'obbligo approfittando di questo tuo importante traguardo. Quali storie hai più nel cuore? Ci puoi raccontare qualche retroscena che ti sei sempre tenuto per te dietro alla creazione di una delle tue storie?
Ogni storia mi ha richiesto impegno e dedizione e mi ha permesso di lavorare con alcuni dei più grandi sceneggiatori, come GL Bonelli, Claudio Nizzi, Gianfranco Manfredi, Mauro Boselli e Giorgio Giusfredi.
Con Nizzi ho collaborato molti anni e mi ha dato la possibilità di scrivere dei soggetti, da lui sceneggiati, dei quali uno in particolare è diventato la storia alla quale sono più legato, "Il presagio".
► La tua interpretazione del West e di Tex è molto apprezzata dai nostri cari lettori e i tuoi pennelli hanno affrontato di tutto. Avventure metropolitane, luoghi esotici, assolati deserti, e anche terre non di questo mondo come nell'eterna lotta contro Mefisto. Hai dato forma a dèmoni e creature pericolose. Accompagnato il lettore dentro la mente di pericolosi nemici. C'è ancora qualcosa che vorresti disegnare? Vorresti far vivere a Tex qualche particolare impresa?
Ogni storia mi ha richiesto impegno e dedizione e mi ha permesso di lavorare con alcuni dei più grandi sceneggiatori.
In effetti a livello grafico ho esplorato molti ambienti e territori (perfino il Tibet, nell'ultima storia di Mefisto!) quindi non ho richieste particolari e mi affido alla creatività degli sceneggiatori. Mi piacerebbe invece realizzare storie con un Tex più giovane, magari con Lilyth, personaggio che ho già incontrato in un paio di occasioni e che amo disegnare, chissà se Mauro o Giorgio mi accontenteranno prima o poi.
► Torna in libreria il tuo esauritissimo e ricercatissimo libro Il segreto degli Anasazi, uno dei primi libri che nel 2015 portarono le avventure di Tex nelle librerie con il marchio Sergio Bonelli Editore. Che emozione è stata per te fare da apripista verso questa realtà, allora nuova per la Casa editrice?
È stata una bella responsabilità inaugurare il nuovo corso librario della Bonelli, ma sono confortato dal fatto che sia andato ben presto esaurito, tanto che è nata l'esigenza di ristamparlo (ma con una nuovissima e "dipinta" copertina). I volumi di questo formato sono veramente una gioia per gli occhi e la valorizzazione al massimo livello del lavoro del disegnatore, spero proprio di poterne vedere altri in futuro.
► E chiudiamo con uno sguardo al futuro ancora pieno di sorprese. Quest'estate uscirà una tua storia. Ci dai qualche anteprima? Che cosa puoi dirci senza fare spoiler?
Per la prima volta nella mia lunga carriera mi sono trovato a lavorare con Pasquale Ruju, che mi ha regalato una bella storia di tipo classico, con cowboys, indiani e banditi e un co-protagonista realmente esistito. L'ambientazione poi mi è piaciuta moltissimo, soprattutto la parte del viaggio tra Idaho e Canada, con grandi montagne e tempeste di neve. Dovrebbe essere pubblicata durante i mesi estivi (se riesco a terminarla!).
A cura di Giovanni Boninsegni
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