Boselli presenta I sette assassini!
Anteprima Tex
Anche in tempi recenti e permissivi, in cui i generi si possono impunemente mischiare, esiste una frontiera invalicabile nella quale l'equazione west+fantasy=zero incassi.
Anche in tempi recenti e permissivi, in cui i generi si possono impunemente mischiare mettendo per primo l'aggettivo Weird, esiste una frontiera invalicabile nella quale l'equazione west+fantasy=zero incassi è più valida che mai. Lo dimostrano i numerosi filmetti demenziali a basso costo direct to video ("The Dead and the Damned" o "Cowgirls Vs. Pcterodactyls", 2021) o anche i super kolossal come "Wild Wild West" di Barry Sonnenfeld (1999) o "Cowboys contro Alieni" di Jon Favreau (2011), che si sono rivelati due bagni di sangue. Pare che le perdite siano state così ingenti che, solo per rientrare nelle spese, i finanziatori abbiano dovuto vendere reni e altri organi in un'asta sul dark web (ma non i loro, quelli dei figli! È gente di Hollywood, ecchecavoli!).
Allora come mai, nel lontano 1965, in pieno di booom del western all'italiana nostrano e serissimo, la coppia di spacciatori di sogni su carta Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galeppini sconvolgono il subconscio dei lettori italiani, facendo affrontare al ranger Tex Willer un alieno dalla pelle squamata e armato addirittura di una space gun da cover di un fanta pulp, con tanto di canna a trombetta, senza sbracare nel ridicolo involontario come le proposte dell'ingenuo sceneggiatore all'inizio? E tutto questo senza nemmeno farlo vedere per intero o ricorrere alla costosa celluloide, ma usando solo carta inchiostro e taaaanto talento!
Il grande nemico di sempre di Tex è un concentrato di malvagità in carne e ossa, un signore della magia nera che si sentirebbe più a suo agio in un mondo fantasy.
Lo stesso vale per il grande nemico di sempre di Tex, un concentrato di malvagità in carne e ossa, un signore della magia nera che si sentirebbe più a suo agio in un mondo fantasy dove farebbe tremare le ginocchia a tutti gli specialisti in spada e magia, compresi forzuti senza cervello come Conan. E pensare che è partito dal nulla: facendosi conoscere interpretando il ruolo più detestabile che può toccare a un personaggio di una storia avventurosa. Quello della Spia.
Dopo aver praticato l'infima arte dello spionaggio sotto l'identità di Steve Dickhart, è stato promosso a Grande Incantatore. Unico villain che ha fatto sudare a Tex le classiche sette camicie senza aver bisogno di sparare un colpo, ma solo con la forza della sua volontà malvagia.
Come sia venuto in testa al papà di Tex di dare una sterzata verso il soprannaturale estremo, dando l'aspetto e i poteri definitivi all'ex ladro di segreti militari e marchiandolo con un nome indimenticabile, Mefisto!, che da solo crea l'atmosfera infernale adatta, non lo sappiamo. Di sicuro non è balenata in seguito a un'approfondita indagine di mercato o allo spremersi di numerose meningi in riunioni creative.
Niente di tutto questo.
Solo uno scrittore di narrativa popolare nel pieno della sua forza creativa con il compito di portare avanti più pubblicazioni e procurare lavoro a più disegnatori. Uno stakanovista della narrativa, abituato a scrivere tanto e di tutto, ma che non ha mai prodotto, a differenza di altri suoi indegni colleghi meno dotati frasi come «Quella donna aveva le mani fredde come quelle di un serpente» o, altra gemma irripetibile, «Quando il cadavere fu ritrovato respirava ancora!».
È probabile che l'inserimento del soprannaturale sia dovuto solo al desiderio di fuggire alla noia della ripetizione, non c'è molta varietà di argomenti nelle storie di puro western.
È probabile che l'inserimento del soprannaturale sia dovuto solo al desiderio di fuggire alla noia della ripetizione. Non c'è molta varietà di argomenti nelle storie di puro western. Oppure G.L. si era semplicemente chiesto come migliorare un cattivo di seconda fila, una specie di emulo fallito di Mandrake, creato sulle sembianze dell'attore John Carradine.
Magari, come tutti gli autori grandi e piccoli della narrativa popolare, G.L. ha richiamato all'interno della sua fucina creativa i grandi cattivi che avevano lasciato un bel segno profondo. Tizzoni infernali come Fu Manchu (creato dal collega Sax Rohmer agli inizi del Novecento). Il primo grande super villain, maestro di perversioni orientali, stregone immortale, scienziato pazzo, capo di un'infinita organizzazione criminale vecchia di millenni e modello di infinite imitazioni non autorizzate, come il Ming di Flash Gordon o il Lo Pan di "Grosso Guaio a Chinatown".
Un altro piccolo spunto può essere dato da un'altra carogna d'antan, l'ipnotizzatore musicista Svengali, nato dalla penna di George du Maurier (zio di Daphne, altra penna tenebrosa) e portato sullo schermo nel 1931 da John Barrymore nel film omonimo di Archie Mayo. Sia romanzo sia film godettero di grande popolarità anche in Italia.
A Svengali basta far brillare gli occhi per spingere chiunque a commettere il peggior crimine contro la sua volontà (come succede ai due Kit, Willer e Carson, mossi come due marionette da un Mefisto agli inizi di carriera). Pensate che il nome dell'infame incantatore è diventato, almeno nel linguaggio anglosassone, un termine processuale per indicare i grandi manipolatori di menti semplici.
A questi vanno aggiunti magari i perfidi agenti del caos dei feuilleton di inizio secolo i quali, nonostante possano vantare una reputazione demoniaca, si nascondono dietro ingenui nomi d'arte come Fantomas, Judex, Za La Mort.
Il fatto di rendere credibile un antagonista all'interno di un genere a lui estraneo è solo merito della forza creativa di un titano della letteratura popolare come Gian Luigi Bonelli.
Riguardo all'aspetto fisico definitivo del nostro caro Mefisto (che il dio del fumetto ce lo renda caro!), mi piace tornare all'impomatato illusionista in frac e tuba creato da Lee Falk negli anni Trenta. Sì proprio Lui: Mandrake The Magician! E se Mefisto fosse un Mandrake che non ce l'ha fatta?
Poveretto, è invecchiato male, la fidanzata Nada è fuggita con il tuttofare Lothar ed è rimasto pure senza un soldo... Quindi ha deciso di mettere i suoi poteri al servizio del male, abbandonando gli abiti da gagà di cabaret per una comoda tunica e covando tanto tanto rancore per tutto l'universo mondo.
Questi e molti altri ricordi illustri rappresentano i tasselli necessari a creare un antagonista di successo inattaccabile dall'inevitabile usura del tempo. Il fatto di renderlo poi credibile all'interno di un genere a lui estraneo è solo merito della forza creativa di un titano della letteratura popolare come Gian Luigi Bonelli.
Mefisto e tutti gli araldi della notte che hai creato, ti salutano!
Maurizio Colombo
Il nostro percorso di avvicinamento al ritorno di Mefisto non finisce qui! Abbiamo ancora tanti contenuti da proporvi, prima dell'arrivo in edicola dell'albo che segnerà in maniera indelebile l'anno texiano. Continuate a seguirci e scoprirete tante altre sorprese!
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