Il mondo di Magico Vento

Il mondo di Magico Vento

Chi è Magico Vento

Un personaggio imprevedibile, in viaggio verso l’ultima Frontiera, quella tra la realtà e l’ignoto

L'intento fondamentale della serie di Magico Vento è raccontare la storia e i miti del West senza separare l’una dagli altri. Ogni episodio è costruito sulla base di una documentazione molto rigorosa, sia per quanto riguarda l’epoca, i costumi, gli ambienti, le circostanze e i personaggi storici che non di rado appaiono nelle storie, sia per quanto riguarda le cerimonie, i riti e i miti degli indiani, come le credenze religiose e scientifiche, le illusioni e le superstizioni dei bianchi. La Frontiera di Magico Vento non è, dunque, soltanto un confine fisico tra le terre esplorate e colonizzate e quelle ancora sconosciute, ma una linea labile e sottile tra la dura e concreta realtà quotidiana e il regno sfuggente e misterioso dell’immaginario. In entrambe le dimensioni, che spesso si mischiano e si fondono l’una nell’altra, tutto può accadere, e persino eventi già ampiamente esplorati e narrati dagli storici possono apparirci sotto una luce del tutto nuova. Il cinema di Sam Peckinpah e di Sergio Leone ci ha ampiamente raccontato il tramonto del West eroico; Magico Vento è nato per varcare un ultimo e definitivo confine, penetrando in quella segreta Zona del Crepuscolo dove i miraggi e le visioni, gli incubi e i deliri sono una sola cosa con la realtà. La saga di Magico Vento si svolge nello scenario delle grandi praterie del Dakota, negli anni Settanta dell’Ottocento, cioè nel periodo immediatamente successivo alla Guerra di Secessione, quando la ferrovia transcontinentale era stata appena inaugurata e l’implacabile opera di "civilizzazione" del West imposta dai bianchi si preparava a strappare nuove terre agli indiani. Gianfranco Manfredi, l’ideatore e sceneggiatore della serie, ne illustra così l’origine: "L’idea mi era venuta qualche anno fa, riflettendo sul declino del cinema western che, a parte sporadici episodi tipo 'Balla coi lupi' o 'L’ultimo dei Mohicani', mi sembrava, e mi sembra ancora, ricalcare pedissequamente le orme di Sergio Leone. Mi chiedevo: si può trovare un modo nuovo per raccontare il West? Allora sono tornato alle fonti e ho scoperto l’acqua calda, anzi bollente: cioè che, per i primi scrittori della Frontiera, il West rappresentava 'i confini della realtà'. Le storie a fascicoli di Buffalo Bill sono piene di fantasmi e di manifestazioni soprannaturali, e persino le memorie del Generale Custer ci presentano le Grandi Pianure come il regno dell’ignoto, terra di miraggi e apparizioni. Qui ho trovato il fondamento per raccontare il West coniugando storia e leggenda, e sfruttando una certa mia propensione per l’horror e il magico". Nello sviluppo della serie, l’elemento storico è però balzato in primo piano,soprattutto con il ciclo degli episodi dedicato alla ricostruzione della Guerra per le Black Hills. Le storie di Magico Vento sono episodi "in progress". Il personaggio matura nel tempo scoprendo gradatamente nuove cose di sé e nuovi modi per affrontare le situazioni. Il tentativo è anche quello di sfuggire alle insidie della ripetizione, che spesso limitano le possibilità di evoluzione di un personaggio seriale. I disegnatori, nella cui scelta ha avuto un ruolo fondamentale Renato Queirolo, curatore della testata, hanno lavorato a lungo per rendere graficamente le caratteristiche di novità di un progetto come questo che coniuga costantemente realismo e immaginazione, avventura-western e horror, ricostruzione storica e visionarietà, con una particolare cura per far emergere sulla pagina le sfumature del racconto, la psicologia dei personaggi, la fluidità delle azioni e l’accuratezza delle ambientazioni. Alla realizzazione grafica del personaggio di Magico Vento, del suo amico Poe e del loro nemico numero uno Howard Hogan, ha lavorato Bruno Ramella, su indicazioni di Manfredi e Queirolo. Le copertine sono opera di Andrea Venturi fino al numero 31, quindi l’incarico passa a Pasquale Frisenda, che lo onora fino al numero 75, per cedere poi il testimone a Corrado Mastantuono. Gli episodi mensili hanno visto alternarsi ai disegni, tra gli altri: José Ortiz, Giuseppe Barbati, Bruno Ramella, Corrado  Mastantuono, Pasquale Frisenda, Goran Parlov, Stefano Biglia, Ivo Milazzo, Luigi Piccatto, Darko Perovic. Ciascuno di loro ha aggiunto qualcosa di prezioso al personaggio e alla serie, pur rispettandone la continuità e le scelte stilistiche e narrative d’insieme.