Almanacco del Mistero 2015

Tutte le strade portano a Mongo

Fra il 1928 e il 1934, sulle riviste pulp e sui quotidiani statunitensi, nasce un genere che mixa "fatti scientifici e visioni profetiche". I racconti di "Amazing Stories" gettano il seme. Ma sono i fumetti di Alex Raymond ad aprire definitivamente la pista verso le stelle!

di Maurizio Colombo e Graziano Frediani

21/11/2014

Tutte le strade portano a Mongo

Il primo numero di Amazing Stories.

Alla fine degli anni Venti, in America, un geniale inventore di origine lussemburghese con la passione della letteratura fantastica entra nella giungla delle Pulp Magazines, creando la prima vera pubblicazione specializzata in Scientifiction, un termine da lui coniato che, dopo pochi anni, perderà la “ti” centrale, per trasformarsi in Science Fiction (in Italia, Giorgio Monicelli lo tradurrà liberamente in Fantascienza). Si chiamava Hugo Gernsback e alla sua rivista diede il roboante titolo di Amazing Stories-Scientifiction (il primo numero, datato aprile 1926, uscì il 10 marzo).

Nel redazionale di presentazione, era lo stesso Gernsback a spiegare il motivo per cui aveva inventato questa nuova etichetta: “Con la parola Scientifiction, mi riferisco al tipo di storie che scrissero Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe… una narrazione affascinante, mescolata a fatti scientifici e visioni profetiche. Oggi narrativa insolita… Domani realtà pura e semplice”. Accanto al sogno di arricchirsi, Hugo the Rat (il soprannome sprezzante che gli diede Howard Phillips Lovecraft, lamentando i pagamenti, scarsi e in perenne ritardo, mezzo cent a parola contro il cent intero che le altre pulp magazines erano disposte a sborsare) covava anche il desiderio di sdoganare la comprensione della scienza e della tecnologia attraverso la narrativa [...]

L'articolo continua sull'Almanacco del Mistero 2015.

Le altre anteprime dei dossier:

Il magico segreto di Shannara di Giuseppe Lippi.

E venne un Ufo di Gianmaria Contro.

In apertura: la copertina de "Il raggio mortale", un albo illustrato da Giovanni Scolari nel 1949.