Intervista Dylan Dog
► Tra le tue tante passioni, c'è anche la musica, spesso citata o presente (attraverso segni grafici o le parole delle canzoni) anche nei nostri fumetti. Molti non sono convinti che questo connubio (note "immaginate", rievocate, e immagini a fumetti) funzioni, o perlomeno che possa fare un effetto analogo a quello della colonna sonora nei film... Tu cosa ne pensi?
Il fumetto è un linguaggio i cui elementi costitutivi sono gli stessi della musica: composizione, armonia, accordo e ritmo.![]() Cliccate sull'immagine per ingrandirla |
Tutte categorie nate in ambito astronomico, quando gli antichi pitagorici tentando di misurare la distanza tra gli astri, scoprirono le note musicali, la musica delle stelle. Pertanto se esiste una musica delle stelle, è ipotizzabile che possa esistere anche una musica dei fumetti.
► Passando dagli antichi pitagorici all'immediato futuro, sappiamo che sei quasi in dirittura d'arrivo con la lavorazione dell'albo di Dylan Dog che inaugurerà il "nuovo corso" dell'Indagatore dell'Incubo.
Senza svelare troppo sulla storia, ti sta piacendo? Contiene elementi che ti mettono in difficoltà, oppure ti trovi tranquillamente a tuo agio?
Con “Spazio profondo”, sono tornato a disegnare il Dylan che moltissimi anni fa mi fece decidere di intraprendere questo mestiere. Si tratta, come noto, di una storia scaturita dal genio di Roberto Recchioni, e dico genio perché al suo interno sono presenti alcuni passaggi che ritengo letteralmente geniali. In questo episodio principe, Dylan torna a porre domande e ad aprire al dubbio; torna a essere il Dylan delle origini, ma negli anni duemila, quindi uguale e diverso al tempo stesso, come tutti noi.
Un processo esistenziale che non investe per intero solo gli esseri in carne e ossa ma, almeno in questo caso, anche le creature di fantasia.
Questa considerazione mette in valore il principio secondo cui l’innovazione non consiste nella cancellazione, ma nella capacità di saper assumere l’eredità, nella capacità di porre il passato in dialogo con il presente, creando in tal modo le premesse di un futuro plausibile.
Ritengo che questo sia uno tra i passaggi quintessenziali della complessissima operazione che Roberto sta conducendo all’interno della testata, e che questa storia s’incarica di introdurre. Roberto possiede la straordinaria capacità (fondata sulla totale conoscenza della materia che tratta) di saper guardare lo stesso, in questo caso Dylan Dog, ma ogni volta – episodio dopo episodio – con uno sguardo diverso, con una modificazione dello sguardo e della narrazione in grado di rendere Dylan Dog mistero a se stesso. Questo è il Dylan Dog che ho ritrovato in “Spazio profondo”.► Quanto sei coinvolto negli altri aspetti della costruzione di quest'avventura davvero speciale? Segui da vicino anche il lavoro del colorista Lorenzo De Felici?
Il fumetto, riprendendo la riflessione in ordine al suo legame con la musica, è un evento corale. Esattamente come nei cori polifonici, Roberto, Lorenzo ed io, ci produciamo in voci diverse che, tutte insieme, formano un’unica melodia. Per questo, onde evitare stonature, è importante che io non intervenga (se non come ammirato fruitore) nel lavoro di Lorenzo, perfettamente e magnificamente in tono con la splendida partitura composta e diretta da Roberto.
a cura di Luca Del Savio
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