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Tex
"La strage di Red Hill" (pubblicata originariamente a partire dal settembre 1996 e oggi riproposta in edicola con Tex Nuova Ristampa 431) è la penultima storia di Tex scritta da Guido Nolitta e l'ultima graziata dalle chine di Alberto Giolitti. Un saluto ideale a una personalità e un segno inconfondibili. Quando viene pubblicata, il disegnatore è infatti già scomparso da tre anni e per completare il suo lavoro si è fatto avanti il suo più rinomato allievo, Giovanni Ticci, che realizza l'ultima parte di questo lungo racconto, ambientato nei freddi e aspri territori del Grande Nord.
"La strage di Red Hill" (oggi riproposta in edicola con Tex Nuova Ristampa 431) è la penultima storia di Tex scritta da Guido Nolitta e l'ultima graziata dalle chine di Alberto Giolitti.
Giolitti è un classico esempio di quello che oggi chiameremmo "cervello in fuga". Alla fine degli anni 40 del secolo scorso inizia, infatti, a lavorare per numerosi editori stranieri, marchiando con il suo inconfondibile segno tante collane avventurose, nonché l'immaginazione di una folta schiera di lettori che hanno potuto ammirarne il tratto e l'innegabile bravura e duttilità.
Nato a Roma il 14 novembre 1923, da ragazzo lavora nel caffè-gelateria gestito dalla sua famiglia, ma il giovane Alberto mette precocemente a frutto il suo talento per il disegno. A soli quattordici anni, infatti, mostra i suoi lavori alla Casa editrice A.V.E. (Anonima Veritas Editrice), che proprio in quel 1937 dà alle stampe "Il Vittorioso". Il settimanale cattolico pubblica così le prime tavole firmate da Giolitti, nella serie "I senza paura", interrotta nell'agosto del 1943 a causa del precipitare della Seconda Guerra Mondiale.
Il dopoguerra segna un fondamentale cambiamento per la vita di Giolitti: dopo aver lavorato anche come scenografo e cartellonista cinematografico, all'inizio del 1946 si trasferisce in Argentina e inizia collaborare con Editorial Lainez e Columbia Hermanos, disegnando racconti polizieschi e adattamenti a fumetti di grandi classici della letteratura. Dal Sud al Nord America il passo è relativamente breve e nel 1949 approda a New York, dove inizia il duraturo rapporto lavorativo con la Dell Comics. Un "matrimonio" che, nel corso di oltre trent'anni, lo porterà a visualizzare un'impressionante mole di tavole avventurose.
![]() Alberto Giolitti al tavolo da disegno |
Dalla metà degli anni 50, il suo pennello dà vita a tante pagine western e tra le sue mani passano personaggi quali Zorro e Cisco Kid, ma anche gli adattamenti e le storie ispirate a serie televisive dedicate alla Frontiera, come "Gunsmoke". Nel 1955 Giolitti diviene cittadino statunitense, ma pur continuando a lavorare per gli "States", nel 1962 fa ritorno a Roma. È lì che nasce lo Studio Giolitti, luogo di aggregazione lavorativa e vera e propria fucina di talenti, che sbocciano anche grazie all'esperienza e ai contatti del disegnatore romano.
Il primo approccio personale di Alberto Giolitti con Tex è avvenuto nel 1976, con una storia che sarà però completata dal suo allievo, Giovanni Ticci.
Negli anni 70, lo Studio Giolitti produce tavole per Case editrici quali la statunitense Whitman (per cui lo stesso Giolitti realizza "Turok, son of stone" e la prima versione a fumetti di "Star Trek"), la britannica Fleetway e le tedesche Bastei, Moewig e Pabel. Lo sguardo dello studio torna a rivolgersi verso l'Italia solo al termine del decennio, quando Fratelli Spada Editori ed Ediperiodici si rivolgono alla sua competenza e affidabilità. Nascono così pagine per le collane "L'Uomo Mascherato", "Flash Gordon" e "Mandrake" (Spada), ma anche innumerevoli tascabili per adulti, tra cui "Jacula" e "Oltretomba", portati in edicola sotto l'inconfondibile marchio della Ediperiodici di Giorgio Cavedon.
Il primo approccio personale di Alberto Giolitti con Tex è avvenuto invece nel 1976, con una storia che il disegnatore romano non riesce però a completare, causa i pressanti impegni internazionali, e che viene portata a termine da Ticci, all'epoca già divenuto una vera e propria colonna texiana. Ma non appena la sua attività per l'estero diminuisce, Sergio Bonelli gli offre di illustrare "Terra senza legge" di Claudio Nizzi, che nel 1989 diventa il secondo, storico, Speciale Tex. È l'inizio di una collaborazione che Giolitti mantiene viva fino alla sua scomparsa, avvenuta il 15 aprile 1993.
Luca Del Savio
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