
Per tenerci buoni, i nostri genitori usavano la paura. Anzi, lo spauracchio. «Se dici le bugie, ti si allunga il naso come a Pinocchio!»
Gli anni Cinquanta. Sembrano lontani secoli. Per noi che ci affacciavamo alla vita, quando le fotografie si scattavano in bianco e nero, non erano tutte rose e fiori. I nostri genitori non avevano a disposizione le babysitter odierne – televisione, computer, videogiochi – quindi, per tenerci buoni, usavano la paura. Anzi, lo spauracchio.
Io, di spauracchi, ne avevo due: l’Uomo Nero e Pinocchio.
«Fai il bravo, se no viene l’Uomo Nero.»
«Se dici le bugie, ti si allunga il naso come a Pinocchio!».
Ora, togliere la possibilità di mentire a un bambino è come sottrarre il bastone a un cieco. Tuttavia, il problema era un altro: io non sapevo chi era Pinocchio.
Trascorsero alcuni anni prima che potessi vedere la trasposizione filmica del burattino realizzata da Walt Disney. Fu amore a prima vista. Quell’accrocco di legni rappresentava perfettamente le pulsioni, la spinta alla trasgressione, l’ingenuità e la voglia di libertà della mia generazione.


Negli anni ho raccolto numerose edizioni italiane ed estere del romanzo, sul quale si sono misurati i più grandi illustratori di ogni epoca.
Da allora Pinocchio è diventato una delle mie passioni. Negli anni ho raccolto numerose edizioni italiane ed estere del romanzo, sul quale si sono misurati i più grandi illustratori di ogni epoca; per non parlare dei cartoni animati e dei film, tra cui quello di Luigi Comencini, il mio preferito.
Da tutto ciò è conseguita un’idea fissa: introdurre Pinocchio in uno dei miei racconti. Ma come? Un’impresa ardua, che rischiava di snaturare questa straordinaria invenzione letteraria e di banalizzare la mia scrittura.
Poi, una sera, tra le note de “Lo schiaccianoci” di Tchaikovsky, ha fatto capolino il visetto sorridente di Julia, con la sua flessibilità e la sua disposizione a fantasticare.
«Ecco il tramite», mi sono detto, «forse stavolta ci riesco». Il risultato lo giudicherete voi lettori.
Giancarlo Berardi
Julia. Nel paese dei burattini, testi di Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero, disegni di Marco Soldi, colori di Matteo Merli e copertina di Cristiano Spadoni. Cartonato, 22×34 cm, 144 pagine a colori. Dal 16 dicembre in libreria, fumetteria e nel nostro sito ufficiale.
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