La grande corsa, il Maxi Tex n. 22, è in edicola in questi giorni con una lunga avventura a rotta di collo scritta da Pasquale Ruju e disegnata dall'inossidabile Roberto Diso. Per presentarvelo, prendiamo in prestito direttamente l'introduzione dell'albo. Buona lettura!

Più di ottant'anni di vita vissuta con un'impareggiabile carica di entusiasmo e... più di sessanta dedicati al fumetto! Cosa si può dire del maestro romano Roberto Diso che riassuma meglio di così l'eccezionale portata della sua arte e il ruolo chiave che ha fin qui svolto nell'universo bonelliano? Forse c'è un solo dato che può risultare ancora più eloquente: dal 1975, e fino al congedo editoriale del personaggio (che - come ben sanno i nostri lettori - potrebbe non essere definitivo), è lui il disegnatore-principe nonché il copertinista (dal n.116) di Mister No, figura che nasce direttamente dall'immaginario di Sergio Bonelli (celato sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta) e che, in un certo senso, incarna la sua personale visione dell'Avventura, con il caratteristico patrimonio di esperienze, letture, film, suggestioni e sogni di cui si è sempre nutrita...

Una vignetta di Roberto Diso da "La grande corsa!" Maxi Tex Color n.22, testi di Pasquale Ruju

Dopo il 2006, anno in cui Jerry Drake saluta i propri lettori, Diso non ha mai interrotto la collaborazione con la Fabbrica dei Sogni di via Buonarroti. La sua partecipazione alle esotiche imprese di Volto Nascosto e Shanghai Devil, ideate da Gianfranco Manfredi, la realizzazione di poderosi Romanzi a Fumetti come il bellico Linea di sangue (di Tito Faraci) e il western Mohican, che la penna del compianto Paolo Morales realizzò quale ideale seguito dei romanzi di Fenimore Cooper, sono - viceversa - testimonianze di un legame solidissimo, che è stato del resto confermato dal contributo fornito anche a Tex.

Oggi - nel ventiduesimo Maxi Tex, "La grande corsa" - ecco di nuovo Diso al fianco dell'indistruttibile Ranger, con la complicità del non meno solido Pasquale Ruju, coinvolto in una rocambolesca impresa su cui non sveleremo nulla, se non che... bisognerà mettere le ali ai piedi, o meglio agli zoccoli!

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