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"Il buio oltre le stelle" è il titolo dello Speciale Brendon numero 15, il primo del 2018. Arrivato in edicola il 19 luglio, infatti, vede la sua avventura proseguire nell'albo speciale uscito il 22 agosto, intitolato "Nel tempo e nello spazio". Una storia in due parti perfetta per festeggiare i vent'anni di vita editoriale del personaggio, che qui celebriamo con le parole di Claudio Chiaverotti e una gallery delle tavole di Max Bertolini tratte dall'albo che conclude la storia.
Questo è il ventesimo anno di vita editoriale di Brendon. È una cosa strana: poco a poco ti ritrovi questo figlio/fratello a fianco, quest'uomo che entra a far parte della tua vita e diventa in qualche modo reale.
E sono venti! Sì, lo rammento agli smemorati come me: questo è il ventesimo anno di vita editoriale di Brendon. Quando ho cominciato a pensarlo, ventitré anni fa, ero un "ragazzino" di ventinove anni con l'entusiasmo a diecimila. È una cosa strana: poco a poco ti ritrovi questo figlio/fratello a fianco, quest'uomo che entra a far parte della tua vita e diventa in qualche modo reale, come l'amico immaginario dei bambini. O dei pazzi. A volte pensi d'incontrarlo veramente, il tuo immaginario sodale: andreste a bere qualcosa, lui non capirebbe come si può restare chiusi in un appartamento a raccontare le vite degli altri; lui, che dopo tre giorni nello stesso posto già si sente in prigione, non capirebbe neanche come si può convivere con la feroce maledizione di essere astemi.
Poi lo immagini, in carne e ossa: avrebbe le mani forti e magre e un po' rovinate, i capelli in disordine, gli occhi grigi - che tutte le donne fanno "wow!" - e l'odore del vento addosso. L'odore del vento, sì. Pulito, fresco, il vento dei deserti della Nuova Inghilterra. Pensi che parlerebbe poco, magari ti fisserebbe qualche volta negli occhi e si guarderebbe in giro, giusto per assicurarsi che nessun brutto ceffo gli arrivasse alle spalle. Pensi che, se vedesse qualche tizio che maltratta la cameriera lo stamperebbe al muro con una mano e ti starebbe proprio simpatico, ma a un certo punto si alzerebbe e direbbe che deve andare via, lontano, perché lui è Brendon, il cavaliere di ventura. Sarebbe una sera particolare, perché pochi hanno un amico immaginario con cui convivono da così tanto tempo senza essere ospiti della Neurodeliri...
Buona vita, Brendon. A noi due.
Claudio Chiaverotti
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29/08/2018