Chi ha scoperto l’America? La Storia ufficiale attribuisce tutto il merito al navigatore genovese Cristoforo Colombo che, come si sa, per puro caso (stava cercando di raggiungere l’Oriente navigando verso Occidente), approdò, nel 1492, su un’isola che battezzò San Salvador.
![]() Tex e Dinamite in una illustrazione di Galep |
Secondo alcuni studiosi moderni, a esplorare per primi quella nuova terra (che chiamarono Vinland) furono, invece, verso l’anno Mille, i Vichinghi capeggiati da Leif Erikson; secondo altri, l’onore andrebbe attribuito a un ammiraglio cinese, Zheng He, che vi giunse, forse, nel 1421…
Qualunque sia la realtà, di sicuro, il vero “conquistatore” del continente americano fu il cavallo, che arrivò nel Nuovo Mondo assieme alle truppe di Francisco Pizarro e Hernán Cortès, e, dopo averli terrorizzati per il suo aspetto “mostruoso”, divenne ben presto il compagno per eccellenza dei nativi americani.
Nella mitologia western, prima ancora che un mezzo di locomozione, il cavallo selvaggio – ovvero non ancora domato, non ancora arreso – è un’immagine romantica, un simbolo di purezza e di amore per la libertà, che i cuori sensibili (in special modo, i bambini e i ragazzi, e ancor meglio i bambini e i ragazzi indiani) riescono a “sentire”, comprendere e condividere. Di cavalli selvaggi ne compaiono tanti, nei libri di Zane Grey, il narratore più abile nell’intrecciare i temi sentimental-passionali, solitamente cari al pubblico femminile, con la maschia e turbolenta realtà della Frontiera…
Le altre anteprime dei dossier che troverete sull’Almanacco del West 2014:
In apertura: lo stallone Spirit insieme all’indiano Piccolo Fiume e alla cavalla Pioggia (© DreamWorks)
