Venerdì 28 ottobre è finalmente approdato nelle sale cinematografiche italiane Dampyr, il film che adatta per il grande schermo le avventure del personaggio creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo e pubblicato da oltre vent’anni da Sergio Bonelli Editore.
Primo film realizzato da Bonelli Entertainment, braccio multimediale della nostra Casa editrice, con Eagle Pictures e Brandon Box, Dampyr ha visto al lavoro tantissimi professionisti. Abbiamo quindi realizzato una serie di interviste per darvi una panoramica il più completa possibile del grande lavoro che c’è alle spalle di una produzione cinematografica così importante.
Questa volta parliamo con Mauro Uzzeo, Alberto Ostini e Giovanni Masi, che del film sono gli sceneggiatori. Esperti scrittori di fumetti e non solo, hanno avuto il non facile compito di adattare per il grande schermo l’avventura fumettistica che narra le origini di Dampyr.
Le foto a corredo dell’articolo sono di Bradek Productions e di Gianfilippo De Rossi.
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► Come cambia, se cambia, l’approccio alla sceneggiatura quando si passa dalla carta alla pellicola?
Mauro Uzzeo: Il fumetto è un linguaggio straordinario, perché si trova esattamente a metà tra la potenza evocativa del romanzo in prosa e quella visiva dell’inquadratura cinematografica, e oltretutto ha bisogno solo di carta, matita e china per mettere in scena mondi complessi e affascinanti.
Quando invece si scrive per il cinema, si deve tenere conto che ognuno dei passaggi immaginati e impressi su una sceneggiatura passano nelle mani di tante persone che devono dar loro forma cinematografica. Sceneggiare per il cinema significa creare emozioni, raccontare storie, tenendo sempre conto di questo e di quanto anche una sola idea possa costare in termini di lavoro. Vuol dire non dimenticare mai di essere parte di una squadra in cui ci si passa costantemente il testimone e si arriva al traguardo tutti insieme.
► Come si riesce ad andare incontro alle aspettative dei lettori più affezionati, rendendo però la storia fruibile anche da un pubblico “esterno”?
Alberto Ostini: Si è trattato di un esercizio di “equilibrismo” abbastanza delicato ma in cui ci è venuta in aiuto la precisa volontà di Sergio Bonelli Editore e di Mauro Boselli, da tutti noi pienamente condivisa, di rimanere il più possibile fedeli al fumetto. Naturalmente non l’abbiamo fatto in maniera pedissequa, perché i due media sono molto diversi tra loro, però abbiamo cercato di mantenere intatto lo spirito di Dampyr e le caratteristiche dei personaggi.

Poi crediamo che il film funzioni anche a prescindere dalla conoscenza del fumetto da cui è tratto, perché ripercorre le tappe classiche di una origin story che è una “forma/racconto” universale: l’eroe che suo malgrado deve accettare una sfida per cui non si sente pronto e facendolo scopre la sua vera natura. Questa era la forza dei primi due numeri del fumetto che abbiamo cercato di preservare.
Il riscontro dei lettori è stato davvero gratificante, a tratti commovente, e molti che non conoscevano il fumetto, dopo aver visto il film sono andati a recuperarlo.
► C’è qualche aneddoto particolare che avete voglia di condividere?
Giovanni Masi: Siamo stati sul set in momenti differenti della produzione. Tutto il gruppo di lavoro era incredibilmente affiatato… tanto che alla fine delle riprese siamo tornati a casa con dei souvenir! Il reparto di trucco e parrucco ha regalato a tutti un “pacchetto di figurine” realizzato usando una pagina di sceneggiatura come incarto. All’interno, gli adesivi erano i loro sketch con il look dei vari personaggi. E ogni “pacchetto” era diverso dall’altro!
E ancora, Stuart Martin ci ha omaggiati di un portachiavi realizzato con i bossoli sparati sul set, che aveva raccolto personalmente, con il titolo “DAMPYR” inciso sopra. Inutile dire che, da allora, lo uso tutti i giorni per le chiavi di casa…
A cura di Gaia Barillà
A questo link trovate le precedenti interviste alla troupe e alla produzione di Dampyr il Film.
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