Oltre ai saggi (che erano la sua lettura preferita), Sergio Bonelli aveva un debole per quei racconti che, in un pugno di pagine, riescono a condensare un mondo, un’atmosfera e il senso stesso di un’esistenza che fa i conti con le proprie illusioni. Fra gli altri, rileggeva spesso due piccoli capolavori: Amok (1922) di Stefan Zweig, storia di una passione che divora un uomo sino a spingerlo al suicidio, e Il nuotatore (1961) di John Cheever (in apertura trovate un dettaglio della copertina di una recente edizione targata Fandango Libri), da cui il regista Frank Perry aveva tratto, nel 1968, uno dei film preferiti di Sergio, Un uomo a nudo.
Anche in questo caso, dietro l’apparente appagatezza del protagonista, Neddy Merrill (impersonato dall’intenso Burt Lancaster che vedete in un fotogramma tratto dalla pellicola), si nascondono uno straziante senso di vuoto e lo sgomento irredimibile che prova chi è capace di sopravvivere ai propri fallimenti.
![]() Burt Lancaster in una scena del film “Un uomo a nudo”. |
