Shanghai, Cina, 1897. È qui che ritroviamo Ugo Pastore (il protagonista, nonché “erede” della maschera argentata di Volto Nascosto) all’inizio della miniserie Shanghai Devil. Un luogo e un momento storico particolarmente interessanti, quelli scelti da Gianfranco Manfredi per raccontare questa sua nuova saga: Shanghai, alla fine dell’800, è già uno dei porti più importanti dell’Asia, un luogo in cui si incontrano la cultura occidentale e orientale. E talvolta si scontrano, sia a causa dei diversi usi e costumi che, soprattutto, per gli interessi, più o meno “puliti”, delle tante compagnie che si contendono posizioni di dominio nel commercio di spezie, stoffe e materiali decisamente meno “nobili”.
Pochi anni dopo, raggiungendo l’apice nel 1900, i Boxer, ribelli indipendentisti che combattevano a mani nude secondo gli insegnamenti delle antiche scuole di arti marziali, si sollevano contro le potenze straniere che si sono insediate nelle grandi città e stanno sempre più ampliando i propri possedimenti commerciali.
La rivolta prende dapprima di mira le missioni cristiane, ma presto rivela obiettivi ben più ambiziosi, giungendo a minacciare le fondamenta stesse dell’Impero, già dissestato dalla crisi economica e da aspri conflitti dinastici. In questo scenario, quasi dal nulla, spunta la figura di un misterioso eroe mascherato, armato di pistola. Gli inglesi lo battezzano Shanghai Devil e vedono in lui un acerrimo nemico. Sotto la maschera d’argento del “Diavolo di Shanghai” si nasconde proprio il giovane romano Ugo Pastore che, di fronte alle ingiustizie cui assiste, non può fare a meno di intervenire come raddrizza-torti.