Mister No non ha nemici ricorrenti. Spesso gli antagonisti nelle sue storie si presentano con tratti simpatici e accattivanti, e soltanto in seguito rivelano le loro intenzioni malvage: l’avventuroso esploratore nord-americano che vuole farsi portare in un punto inaccessibile della foresta amazzonica è un killer che deve onorare un “contratto”; il fazendeiro magnanimo che ospita il pilota è un turpe trafficante di schiavi; il poliziotto duro e integerrimo che protegge la giustizia nella metropoli è un corrotto al servizio delle bande criminali, e così via.
Altre volte i nemici che Jerry Drake deve affrontare sono ribelli: indios che lottano per difendere la loro terra dall’avidità della cosiddetta gente “civile”; poveri contadini che hanno preso le armi alla maniera degli antichi cangaceiros per combattere contro i soprusi dei potenti proprietari terrieri; idealisti di ogni genere che si spingono oltre i limiti del fanatismo.
Nelle storie di Mister No, gli antagonisti non sono mai “cattivi” privi di sfumature: si tratta di personaggi contraddittori, e l’eroe spesso è in grado di capire le ragioni dei suoi nemici, perché conosce i torti che essi hanno dovuto subire. Ma quando il gioco si fa duro, Mister No non si tira indietro.
Ricordiamo comunque almeno il giapponese Ishikawa, una sorta di spietato alter-ego di Mister No, il cui senso dell’onore lo spinge a sconvolgere la vita di Jerry, a uccidere alcuni suoi amici e a scatenare una caccia spietata. Mister No lo vincerà poi in un duello all’ultimo sangue nei docks di New York. Merita una menzione anche Hiden, agente della Cia privo di scrupoli, che ritorna in alcune avventure nelle quali mette la vita di Mister No in estremo pericolo. Sarà proprio Hiden a intimare a Jerry di non rimettere piede negli Stati Uniti dopo le sue ultime avventure newyorkesi.