Sergio Bonelli odiava profondamente il “Whodunit” (“Chi è stato?”), ossia il classico giallo all’inglese, ambientato in lussuose dimore di campagna, dove investigatori più o meno pittoreschi danno prova delle loro capacità intellettuali per scoprire l’assassino di turno.


Rita Hayworth e Glenn Ford in Gilda.

Le sue preferenze da spettatore andavano, invece, alle pellicole gangsteristico-poliziesche che vedono in scena velenosissime quanto seducenti Dark-Ladies (la subdola Barbara Stanwyck de La fiamma del peccato, 1944, di Billy Wilder, l’esplosiva Rita Hayworth di Gilda, 1946, di Charles Vidor, la fintoangelica Gene Tierney di Vertigine, 1944, di Otto Preminger); criminali alle prese con il colpo della vita (duri come Dix Handley e Johnny Clay, interpretati da Sterling Hayden in Giungla d’asfalto, 1950, di John Huston, e Rapina a mano armata, 1956, di Stanley Kubrick, o anche il gelido quanto letale Doc McCoy, alias Steve McQueen, in The Getaway, 1972, di Sam Peckinpah).
Stando dalla parte della Legge, ecco gli investigatori privati portati alla leggenda da Humphrey Bogart (ne ll mistero del falco, 1941, di John Huston, e Il grande sonno, 1946, di Howard Hawks), Robert Mitchum (Marlowe, il poliziotto privato, 1975, di Dick Richards) e i poliziotti senza regole (il McLeod di Kirk Douglas in Pietà per i giusti, 1951, di William Wyler, il Frank Bullitt di Steve McQueen in Bullit, 1968, di Peter Yates, e il William Chance di William Petersen in Vivere e morire a Los Angeles, 1985, di William Friedkin).