Quando non ci sarà più posto all’Inferno, Dante Alighieri chiamerà a raccolta alcuni dei più grandi Eroi del Rinascimento. Non necessariamente reali… È questo l’incipit di La Divina Congrega, il cui Canto I arriva sugli scaffali di librerie e fumetterie – e sugli scaffali elettronici del nostro sito – giovedì 18 novembre. Ne abbiamo parlato con i due sceneggiatori, Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri, che ci danno una fotografia accurata di come è nato il progetto e cosa dobbiamo aspettarci dalla lettura.

Ci siamo resi conto di come la Storia (quella con la S maiuscola) ci mettesse a disposizione un cast di personaggi stellari, più famosi di Sherlock Holmes e Luke Skywalker messi assieme.

► Come vi è venuta l’idea per questa serie?

Giulio Antonio Gualtieri: Dopo alcune storie di Dylan Dog e Dampyr, avevo coltivato l’ambizione di proporre qualcosa d’originale alla Casa editrice. Anche Marco aveva la stessa volontà, e così abbiamo iniziato a confrontarci. Io avevo una suggestione che mi ronzava in testa da un po’: volevo fare qualcosa di nuovo che allo stesso tempo facesse l’occhiolino all’Universo Marvel, o altri pantheon di supereroi. Non volevo però, appunto, scimmiottare il modo di raccontare proprio della mitologia statunitense, ma trovare una via nostrana: e così, duellando narrativamente con Marco è arrivata la suggestione giusta. Dovevamo tornare alle origini, o meglio, al periodo più glorioso della Storia italiana, e quindi ambientare la nostra serie nel passato e non nel futuro… In questo senso, la scintilla era scattata: “La Divina Congrega” era appena nata!

Marco Nucci: Ci siamo resi conto di come la Storia (quella con la S maiuscola) ci mettesse a disposizione un cast di personaggi stellari, più famosi di Sherlock Holmes e Luke Skywalker messi assieme. Degli eroi ideali, che avrebbero formato una squadra da far invidia ai Chicago Bulls degli anni ’90. E dopo lo spunto è nata la storia: semplice, sfacciatamente pop, e legata a filo stretto all’infernale esperienza di Dante Alighieri, che a conti fatti è il nostro Michael Jordan. Nella sua Commedia cantò il suo viaggio dal mondo alle Malebolge, così ci siamo chiesti: cosa accadrebbe se stavolta fossero le Malebolge a volersi affacciare nel mondo? «Quando non ci sarà più spazio all’Inferno, i morti cammineranno sulla Terra», diceva George A. Romero nel suo capolavoro “La notte dei morti viventi”. Noi abbiamo declinato l’assunto in cappa e spada.

Gli scenari e i misteri italiani, per quanto paradossale, sono sempre stati poco “visitati” dal nostro fumetto.

► Perché l’avete ambientata in Italia e, soprattutto, durante il Rinascimento?

Giulio Antonio Gualtieri: Risposta semplice ma immediata: perché siamo italiani, ed è quello il mondo intorno a noi! I grandi narratori statunitensi, infatti, ci hanno insegnato che bisogna scrivere di quello che si vede e io, dalla finestra di casa mia, vedo le rovine delle grandi epoche che furono! Fin da piccolo, poi, ho amato l’ambientazione medievale, o meglio, i castelli e i cavalieri in armatura. Studiando Storia ho scoperto che in realtà non si trattava di un’ambientazione medievale ma moderna: è nel XV e XVI secolo che prendono forma le armature che ammiriamo nei musei, i castelli che visitiamo nei siti più famosi, e la maggior parte dei poemi cavallereschi. In più, non si può certo dimenticare il fatto che la maggior parte dei turisti che visitano il nostro paese lo fanno perché vogliono vedere i luoghi del Rinascimento e i grandi personaggi che lo hanno reso possibile: è quella la nostra grande epoca, o per dirla in termini supereroici, la nostra golden age. E quindi, la scelta era in qualche modo obbligata.

Marco Nucci: Giulio mi ha rubato la risposta. Dannato ordine alfabetico! Mi limito ad aggiungere che gli scenari e i misteri italiani, per quanto paradossale, sono sempre stati poco “visitati” dal nostro fumetto. Per certi versi sono un terreno ancora vergine, e invero fertile. Tra le pieghe della nostra Storia si nascondono più storie di quante se ne potrebbero raccontare in una vita intera.

Abbiamo un sodalizio artistico ormai piuttosto rodato. Di solito, uno dei due butta giù una prima stesura piuttosto schematica, e poi l’altro dà il tocco definitivo.

► Come si è svolta la lavorazione?

Giulio Antonio Gualtieri: Con Marco abbiamo un sodalizio artistico ormai piuttosto rodato. Di solito, uno dei due butta giù una prima stesura piuttosto schematica, e poi l’altro dà il tocco definitivo, e viceversa. È un passaggio abbastanza fluido, e anche quando abbiamo qualche scambio dialettico ci siamo accorti che la sintesi che otteniamo è sempre di qualità superiore alle proposte con cui eravamo partiti.

Marco Nucci: Fare i fumetti è più difficile di quel che può sembrare. Certo non quanto fermare l’avanzata delle schiere di Lucifero, ma neanche una gita di piacere. Tuttavia, quando ci si ritrova all’interno di un gruppo di lavoro affiatato le cose si fanno più semplici e leggere. Ecco, scrivendo la Divina Congrega posso affermare di essermi divertito. E non è poco, divertirsi lavorando. Spero che ai lettori capiti la stessa cosa leggendo.

Gualtieri e Nucci: Poi, certo, non va dimenticato l’apporto dei nostri disegnatori: Giorgio Spalletta ha eseguito un lavoro di grandissima qualità, che siamo certi verrà premiato dai nostri lettori, così come Matteo Spirito, che oltre alla meravigliosa copertina ha dato vita all’Inferno, passando per Francesco Segala, che ha dato luce e colori alle nostre tavole.

La Divina Congrega. Canto I – La diritta via, testi di Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri e disegni di Giorgio Spalletta e Matteo Spirito, copertina di Matteo Spirito. Dal 18 novembre in libreria, fumetteria e nel nostro sito ufficiale.


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