Nato a New York il 4 febbraio 1940, George A. Romero è stato uno dei registi horror più apprezzati e influenti degli anni ’70 e ’80. Fin dall’esordio, avvenuto nel 1968 con l’autoprodotto “La notte dei morti viventi”, il suo cinema è stato contraddistinto da originalità e vitalità, da sangue e terrore, spesso al di là dei budget limitati con cui si è trovato a lavorare.
Nel corso della sua carriera, Romero ha anche collaborato in più di un’occasione con Dario Argento, produttore di “Martin – Vampyr” e “Zombi” e coregista con lui di “Due occhi diabolici”, ma sono diversi i titoli veramente memorabili della sua filmografia: “La stagione della strega”, “La città verrà distrutta all’alba”, “Monkey Shines”, “La metà oscura”…
Ovviamente, però, il nome di George Romero è strettamente legato a quello delle creature non-morte cui ha saputo donare nuova linfa cinematografica nel suo primo film, e che dopo la trilogia originale (con “Zombi” e “Il giorno degli zombi”) ha ripreso in mano anche nelle sue ultime tre pellicole (“La terra dei morti viventi”, “Le cronache dei morti viventi” e “Survival of the Dead”). Creature che, grazie a lui, hanno poi trovato spazio nei fumetti – dal nostro Dylan Dog fino a The Walking Dead – e nell’immaginario comune.
L’amore che il mondo dei fumetti ha dimostrato per il suo cinema, è stato però pienamente corrisposto, tanto che nel 1982 Romero è stato il regista dell’antologico “Creepshow”, che altro non è se non un affettuoso omaggio ai fumetti della EC Comics com “Tales from the Crypt”, “Vault of Horror” e “The Haunt of Fear”.
Recentemente ammalatosi, si è spento la mattina di domenica 16 luglio 2017.