Leggiamo nella “Guida Imprescindibile per Turisti Escapisti e Sconfinatori Acrobatici” del professor Hermès Autrepart: “Se vi trovaste per caso nelle boscose contrade del New England, a percorrere la valle del fiume Miskatonic, non trascurate una visita ad Arkham, borgo sobrio ed elegante che ritaglia il cielo con le guglie di antiche case puritane e cela segreti ancor più antichi nelle sue fondamenta. Poco più a Sud, lungo la strada costiera che lambisce la baia di Innsmouth, popolata da pescatori quanto mai ospitali anche se un po’ viscidi, incontrerete una deviazione per Castle Rock, cittadina che all’occhio più attento può svelare cose preziose, ma mai quanto Derry, nelle cui fogne – luogo normalmente sconsigliato al viaggiatore più schizzinoso – è possibile incontrare una curiosa creatura, che, così dicono i residenti, costituisce l’unica vera attrattiva di questo lugubre centro abitato…”.

Chi ha confidenza con l’opera letteraria di due giganti del Mistero quali Howard Phillips Lovecraft e Stephen King non avrà avuto difficoltà nel riconoscere, ammiccanti tra le righe di questa lunga citazione, i nomi di alcune località che, proprio in quell’opera, compaiono come nodi, messi lì a mo’ di promemoria, lungo il fazzoletto dell’immaginario. Sono luoghi legati da un comune destino e costruiti con il medesimo materiale: il nulla, l’inconsistenza, la trasparente tela della fantasia narrativa. Insomma, in due parole: non esistono.