SECONDO UN VECCHIO PROVERBIO, SE VUOI CONOSCERE VERAMENTE UNA PERSONA, DEVI DARE UN’OCCHIATA AI LIBRI CHE TIENE ACCANTO A SÉ.
Facile a dirsi, per la maggior parte di noi; più difficile a farsi se la persona in questione è o è stata, come Sergio Bonelli, un lettore instancabile, ma, soprattutto, un ancor più instancabile “raccoglitore” di carta stampata. Sui tavoli del suo ufficio, della redazione e del suo appartamento privato (e persino sui comodini della sua camera da letto), troneggiavano piccole e grandi montagne, in continua crescita, composte dai quotidiani, dai settimanali d’attualità, dalle riviste specializzate italiane e straniere su cui segnava con un adesivo giallo gli articoli, le recensioni, le notizie che potevano offrirgli uno spunto per una rubrica, per un viaggio o per una nuova storia del “suo” alter-ego a fumetti, Mister No. Ma questo non gli bastava; perché Sergio era sempre alla ricerca di libri, che scovava e acquisiva senza posa, dovunque si trovasse, in un mercatino milanese, su una bancarella della “rive gauche” parigina, in un chiosco di Madrid, in un emporio di Puerto Alegre o dell’Avana, in un “book-store” di Londra o di New York. Non gli interessavano le preziose prime-edizioni, i tomi ancora intonsi, le edizioni a tiratura limitata che mandano in estasi i bibliofili puri e duri. Anche un volumetto malconcio, venuto da chissà-dove e smanazzato da chissà-chi, poteva diventare, per lui, un “imperdibile” oggetto del desiderio; bastava che stuzzicasse la sua curiosità, che riguardasse seppur marginalmente uno dei suo tanti campi d’interesse, o che gli ricordasse con quanta soddisfazione ne aveva già comprato un paio di copie qualche anno prima, in qualche altra parte del mondo… e subito quel titolo doveva diventare suo, entrando così, con tutti gli onori, nel Grande Mare di Carta che gli piaceva avere intorno.