Corse all’impazzata tra caroselli di macchine, fughe e inseguimenti sulle scale antincendio, quartieri malfamati ed edifici fatiscenti, delinquenti del bel mondo e ladruncoli da quattro soldi, incalliti malviventi e criminali per caso fanno da sfondo alle indagini di Nick Raider. Siamo a New York, la “Grande Mela”. Ma anche città violenta, giungla d’asfalto con otto milioni di abitanti  dove ogni ora vengono commessi quattro omicidi. Rintracciare e arrestare i colpevoli di molti di quei delitti è compito di poliziotti come Nick e il team ben affiatato che compone la Squadra Omicidi di Manhattan. In un police procedural, la parte investigativa affidata al detective è molto importante, ma spesso si rivelano decisivi il contributo della medicina legale e le prove ottenute attraverso le analisi di laboratorio: il confronto delle impronte digitali è una vecchia ma sempre valida tecnica investigativa; poche tracce di saliva su un mozzicone di sigaretta possono rivelare il Dna dell’indiziato e anche l’analisi delle fibre di un tessuto può portare all’individuazione di un assassino. Nella serie di Nick Raider prevalgono i toni tesi e drammatici, ma vi è spazio anche per momenti di relax umoristico. Per l’abilità dimostrata come poliziotto Nick Raider viene contattato talvolta da un importante funzionario dell’Fbi, Max Random, che, in via del tutto riservata, gli affida pericolose inchieste che offrono al nostro agente l’opportunità di agire al di fuori della sua giurisdizione. In questi casi, Nick lascia l’abituale ambientazione newyorkese e teatro delle sue avventure diventa il mondo intero.