Dato l’estremo realismo della serie, in Nick Raider non troviamo un nemico fisso. Quasi sempre, al termine di una storia, il nemico di turno finisce in galera o ancora più spesso al cimitero. Esiste tuttavia qualche «cattivo» che appare in più di un albo senza conquistarsi mai il titolo di “nemico numero uno”. I nemici di Nick Raider possono essere più utilmente raggruppati secondo le categorie criminali di appartenenza.
I padrini mafiosi. Nick Raider deve combattere contro nemici che appartengono alle varie mafie, da quella di origine italiana a quella colombiana, da quella cinese (Triadi) a quella giapponese (Yakuza). Pur arrivando sempre a individuare gli autori di un delitto, non altrettanto spesso Nick Raider riesce a incriminare i mandanti, che stanno molto in alto nella gerarchia mafiosa e di solito godono di appoggi insospettabili nel mondo della politica e dell’alta finanza.
Le sette segrete. Nick Raider deve scoprire nemici che si nascondono nell’ombra di misteriose ed esclusive sette. Dalle sette demoniache, che uccidono le loro vittime nel corso di macabri rituali, alle sette vudù, a misteriosi clan cinesi, alla setta della Croce Nera che si occupa, dietro lauto compenso, di dare protezione ai malviventi comuni braccati dalla legge.
I trafficanti di droga. Possono essere singoli spacciatori, grandi mercanti, oppure vaste organizzazioni affiliate alle varie mafie internazionali. Ma a volte, con immenso rammarico, Nick finisce con lo scoprire che coinvolti nel traffico ci sono anche agenti e funzionari di polizia.
I serial killer. Sono sempre più numerosi, più pazzi, più scatenati. Casi difficili da risolvere perché un maniaco spesso uccide senza movente. Mancano gli indizi, mancano i testimoni, mancano le soffiate. Bisogna penetrare il segreto di personalità distorte, scendere nell’inferno di menti malate e sperare, a volte, in un colpo di fortuna.
I terroristi. Compiono attentati nella sotterranea, fanno esplodore bombe nei grandi magazzini. Non si sa chi sono, né in nome di quale ideologia agiscono. Non c’è tempo di porsi troppe domande: bisogna fermarli, per far cessare il terrore che attanaglia la città.
I delitti passionali. Si uccide soprattutto per denaro, ma anche per amore, per odio, per gelosia. Si uccide nelle strade, ma anche in piccoli e luridi appartamenti o in grandi ville. Sono forse i casi più difficili. Bisogna penetrare nei segreti delle famiglie, nei drammi delle persone. Sono i casi che, una volta risolti, lasciano un sapore amaro in bocca.