Con “I padroni dei sogni“, in edicola da mercoledì 18 settembre, Nathan Never arriva al numero 400! Pubblicato come da tradizione totalmente a colori, l’albo contiene un’avventura scritta da Michele Medda e disegnata da Rosario Raho. Un’avventura che celebra l’importante traguardo raggiunto dalla serie e pone le basi per tutto ciò che verrà nei numeri successivi. A partire dall’attesissimo nuovo team-up tra Nathan e Martin Mystère, che debutta a novembre con Martin Mystère 417 dopo il prologo in Nathan Never 401.

Vi lasciamo allora a un estratto dell’editoriale con cui lo sceneggiatore sardo contestualizza i temi affrontati in “I padroni dei sogni” e a una selezione di tavole estratte dall’albo. Come sempre, buona lettura! 

La fantascienza, in fondo, consiste nel mettere sempre un “vestito nuovo” a “cose vecchie”. Col trascorrere del tempo, pure il mondo di Nathan Never è cambiato.

La fantascienza, in fondo, consiste nel mettere sempre un “vestito nuovo” a “cose vecchie”. Col trascorrere del tempo, pure il mondo di Nathan Never è cambiato (alcuni lettori direbbero “stravolto”, e può darsi che sia così). E lo stesso Nathan fatica – come i suoi autori nel mondo reale – a tenere il passo con mutamenti di portata mondiale; sempre più radicali, sempre più veloci, e con ogni probabilità irreversibili. Se ai suoi esordi come agente Alfa, Nathan lottava testardamente “per restare umano in un mondo sempre meno umano”, i progressi esponenziali in tema di Intelligenza Artificiale ci portano a ridiscutere il significato stesso della parola “umano”.

Nonostante ciò, cambiano gli scenari in cui si muove l’essere umano, ma la sua natura rimane la stessa. “Cosa vecchia”, certo, ma immutabile. È questo il vero oggetto del nostro racconto. Stanley Kubrick sintetizzò mirabilmente tutto ciò in una scena del suo “2001: Odissea nello spazio”; l’osso lanciato in aria dalla scimmia vittoriosa raggiunge il culmine della parabola e poi cede il posto a un’astronave. Dalla conquista di una pozza d’acqua nel deserto a quella dello spazio profondo: uno stacco entrato nella Storia del Cinema, che riassume il cammino del genere umano nei millenni, non importa se immaginario.

A trentatré anni dall’inizio delle sue avventure, il nostro agente Alfa non ha smesso di combattere per quello in cui crede.

E non solo: con la scimmia che scopre l’uso delle armi e con il computer assassino HAL 9000, Kubrick e lo scrittore Arthur C. Clarke ci hanno mostrato che nessun cambiamento è indolore, e porta in sé una dose di violenza. Una violenza oggi non sempre esercitata sul piano dello scontro fisico, e non più per l’accesso a una salvifica pozza d’acqua nel deserto. La violenza contemporanea muta freneticamente modalità, motivazioni e bersagli. È “liquida”, smaterializzata, traveste gli obiettivi di pochi da “interesse collettivo” e soffoca ogni voce contraria. A quale tipo di cambiamento ci sta conducendo?

A trentatré anni dall’inizio delle sue avventure, il nostro agente Alfa non ha smesso di combattere per quello in cui crede. Non ritiene che sia crollata ogni barriera tra “giusto” e “ingiusto”. Come scrisse qualcuno all’epoca, quella di Nathan Never sarebbe “una fantascienza consolatoria”, intendendola però come “illusoria”. Non potremmo essere meno d’accordo. Perché nella realtà nessun cambiamento ci porterà un lieto fine, se prima non saremo stati capaci di immaginarcene uno.

Michele Medda

Nathan Never 400I padroni dei sogni“, testi di Michele Medda e disegni di Rosario Raho, colori di Elisa Sguanci e Daniele Rugoni, copertina di Sergio Giardo. Dal 18 settembre in edicola, fumetteria e nel nostro sito ufficiale.


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