Venerdì 28 ottobre è finalmente approdato nelle sale cinematografiche italiane Dampyr, il film che adatta per il grande schermo le avventure del personaggio creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo e pubblicato da oltre vent’anni da Sergio Bonelli Editore.
Primo film realizzato da Bonelli Entertainment, braccio multimediale della nostra Casa editrice, con Eagle Pictures e Brandon Box, Dampyr ha visto al lavoro tantissimi professionisti. Abbiamo quindi realizzato una serie di interviste per darvi una panoramica il più completa possibile del grande lavoro che c’è alle spalle di una produzione cinematografica così importante.
L’ospite di questa nuova tappa è Andrea Sgaravatti, fondatore e amministratore delegato di Brandon Box.
Le foto a corredo dell’articolo sono di Bradek Productions e di Gianfilippo De Rossi.
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► Il progetto del film di Dampyr possiamo dire che è partito da Brandon Box. Ci racconti com’è nata l’idea?
È partito nell’ormai lontano 2017, quando ci siamo presentati a Sergio Bonelli Editore, che aveva aperto da poco l’Ufficio Sviluppo coordinato da Vincenzo Sarno. Abbiamo fatto vedere i nostri lavori e abbiamo discusso della possibilità di lavorare su Dampyr.
Il progetto iniziale era molto diverso da quello che è poi arrivato sul grande schermo. Aveva un budget più contenuto ed era più votato all’horror, ma avevamo già l’idea di utilizzare come ambientazione la guerra dei Balcani.
► Cos’è stato a generare il tuo interesse su Dampyr?
Come prima cosa, io sono un grande fan del fumetto. In più, alcune caratteristiche lo rendevano facilmente adattabile per il cinema rispetto ad altri fumetti Bonelli. Mi piacciono tantissimo anche Brendon e Nathan Never, ma avrebbero comportato costi di produzione ben diversi. Dampyr, invece, si inseriva perfettamente nella linea di film che volevamo fare.
► Come hai anticipato, il progetto di Dampyr col tempo è diventato un’altra cosa. In che modo il risultato finale rispecchia ancora le vostre idee iniziali?
Le rispecchia molto, anche perché la storia che il film racconta è quella che avevamo scelto sin dall’inizio.
In realtà, però, l’idea iniziale era di fare una serie televisiva. Quando abbiamo cominciato a lavorare al concept, però, ci siamo resi conto che con una serie ambientata ai giorni nostri avremmo perso una delle storie più belle, quella di “Il figlio del diavolo” che abbiamo poi usato nel film. Storia che ci ha permesso di raccontare le origini del personaggio, una cosa poco frequente nel fumetto bonelliano.

► Nell’intervista che ci ha concesso, Riccardo Chemello ha detto che sei stato proprio tu a fare il suo nome come possibile regista del film. Com’è andata?
La nostra premessa era di voler fare un film diverso, che in Italia non era mai stato fatto. Abbiamo quindi capito di aver bisogno di un regista “vergine”, qualcuno di talentuoso ma non ancora condizionato da certe dinamiche che avrebbero potuto limitargli la creatività. Cercavamo qualcuno che avesse un approccio molto dinamico e che potesse tramettere già dall’uso della macchina da presa il gusto anglosassone che cercavamo.
Io conoscevo Riccardo da quando realizzava dei video di parkour pazzeschi, così ho fatto il suo nome. Vincenzo Sarno è stato d’accordo, e questa scelta l’ha difesa anche nelle successive fasi della preparazione del film.
► Come abbiamo sempre detto, Dampyr è “l’inizio del Bonelli Cinematic Universe”. Per te e Brandon Box, invece, è l’inizio di cosa?
Della volontà di lavorare su adattamenti di fumetti. Spero di farne molti altri con Bonelli Entertainment, ma abbiamo una lista di personaggi su cui vorremmo lavorare fatta di cartoni animati prodotti a cavallo tra gli anni 90 e i 2000. In particolare c’è un titolo molto concreto, che non possiamo ancora rivelare ma che fa parte del gruppo di personaggi che amavamo quando eravamo piccoli.
Lavoriamo sempre con l’idea di fare film che in Italia vengono fatti poco. Quindi film d’azione, di genere. Vorremmo cercare di mantenere questa nostra identità anche in questi nuovi progetti.
A cura di Alberto Cassani
A questo link trovate le precedenti interviste alla troupe e alla produzione di Dampyr il Film.
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