Venerdì 28 ottobre arriva finalmente nelle sale cinematografiche italiane Dampyr, il film che adatta per il grande schermo le avventure del personaggio creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo e pubblicato da oltre vent’anni da Sergio Bonelli Editore.

Primo film realizzato da Bonelli Entertainment, braccio multimediale della nostra Casa editrice, con Eagle Pictures e Brandon BoxDampyr ha visto al lavoro tantissimi professionisti. Abbiamo quindi realizzato una serie di interviste che vi accompagneranno fino all’uscita della pellicola, per dare una panoramica il più completa possibile del grande lavoro che c’è alle spalle di una produzione cinematografica così importante.

L’ospite di oggi è il direttore della fotografia Vittorio Omodei Zorini, il cui curriculum comprende pellicole come “I nostri ragazzi” e “Gli equilibristi”, ma anche serie televisive come “Gomorra” e “I Medici”. Oltre naturalmente a Dampyr, che potete vedere solo al cinema dal 28 ottobre. Le foto a corredo dell’articolo sono di Gianfilippo De Rossi.

► Tu hai una carriera piuttosto variegata, che si muove tra cinema e tv, e tra generi e budget molto diversi. Quanto è stato particolare, lavorare con Bonelli Entertainment a un progetto come Dampyr?

Fotografare un progetto ambizioso come Dampyr è stata un’occasione importante per affrontare un genere di film che in Italia si gira raramente. Abbiamo avuto la possibilità di ricreare filmicamente un universo che nel fumetto della Sergio Bonelli Editore è ben delineato e che è il frutto della fantasia dei creatori di Dampyr.

Abbiamo lavorato con mezzi, squadre e modalità impegnative sia economicamente che fisicamente, perché il cinema ti mette di fronte a problematiche tecniche che la matita risolve più semplicemente. Penso che il film sia il risultato di questo grande sforzo produttivo e creativo.

► Dampyr è un film horror, ma è anche un cinefumetto. In che modo la sua fotografia ha dato vita a questi due generi particolari?

Horror e Cinefumetto sono tra i generi che permettono a un direttore di fotografia di osare di più, cercando di spostare avanti i propri limiti. Ho avuto la possibilità di lavorare nei sottotoni e nelle ombre e con una palette di colori specifica, cercando di ricreare le atmosfere di un mondo sempre al confine tra la cruda realtà e l’incubo. Abbiamo girato principalmente di notte, spesso in esterno e in spazi grandi, molte scene d’azione ricche di effetti speciali.

Molti dei nostri personaggi si muovono esclusivamente al buio e non possono entrare in contatto con la luce. In questa sfida, il controluce e l’uso della nebbia artificiale ci hanno spesso aiutato a tenere gli attori in silhouette, in un limbo tra ciò che si vede e ciò che si intuisce stia accadendo. Abbiamo cercato con la luce e l’uso della macchina da presa di creare sempre un’atmosfera sospesa e misteriosa in modo da coinvolgere emotivamente lo spettatore in una visione attiva.

► Essendo un film abbastanza ricco di effetti speciali, Dampyr ha richiesto un lungo processo di post-produzione, a sua volta diluito dall’emergenza sanitaria che ci siamo trovati a vivere. Come si è intersecato il tuo lavoro con quello dei tecnici che hanno curato gli effetti speciali (anche sul set)?

In un film come Dampyr, le immagini sono molto spesso frutto di una collaborazione stretta tra alcune figure chiave. Il girato del set in alcuni casi è solo un primo passo per arrivare all’immagine definitiva del film sullo schermo. Questo prevede un grande lavoro di preparazione tra il regista, il supervisore degli effetti visivi, il direttore della fotografia e lo scenografo. Niente può essere lasciato al caso o improvvisato durante le riprese.

Per le scene particolarmente complesse per via degli effetti speciali visivi o per la squadra di stunt, avevamo delle previsualizzazioni create prima delle riprese alle quali ci attenevamo molto scrupolosamente, per permettere al lavoro di post-produzione di ottenere il risultato voluto.

A cura di Alberto Cassani

A questo link trovate le precedenti interviste alla troupe e alla produzione di Dampyr il Film.


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