Tratto dall’omonimo romanzo di Paola Barbato, il fumetto di Mani nude è stato pubblicato una prima volta a novembre 2017 in una lussuosa versione da libreria. Dal 13 settembre arriva anche in edicola, e per far conoscere questa appassionante storia a chi non ha ancora avuto modo di leggerla, abbiamo posto qualche domanda all’autrice.

► Con il romanzo “Mani nude” hai vinto il premio Scerbanenco nel 2008. Al di là del lavoro tecnico di adattamento, che è ben illustrato negli extra dell’edizione da libreria, è stato difficile reimmaginare la storia per la sua versione a fumetti, quasi dieci anni dopo?

Se mi fossi confrontata con il romanzo sarei diventata la mia peggiore nemica, quindi ho riscritto la storia affidandomi solo alla memoria, come se si trattasse di una fiaba che mi raccontavano da bambina.

La cosa più difficile è stata non fare riferimento al romanzo scritto ma raccontare le stesse vicende ex novo per la seconda volta. Il libro è rimasto chiuso per tutto il tempo della stesura, l’ho aperto poi per verificare i tempi e per rubare qualche dialogo che ci tenevo rimanesse come in originale. Sapevo che se mi fossi confrontata per tutto il tempo con il romanzo sarei diventata la mia peggiore nemica, quindi ho proprio riscritto di sana pianta l’intera storia affidandomi solo alla memoria che ne avevo, a come la conoscevo, come se avessi dovuto narrare una fiaba che mi raccontavano da bambina.

► È stato facile entrare in sintonia con Davide Furnò e Paolo Armitano? Qual è stata la tua prima reazione quando hai visto materializzarsi nel disegno le sequenze che avevi pensato per la pagina scritta?

I tempi di disegno sono stati lunghi: abbiamo avuto modo di lavorare ampiamente sui personaggi principali, mi hanno mandato bozzetti, interpretazioni, e io ho fornito loro immagini e perfino disegni fatti da me per mostrare gli ambienti. Dal momento in cui è iniziata la stesura delle tavole, invece, li ho lasciati liberi di interpretare e vedere la storia con i loro occhi e attraverso la loro sensibilità. Alcune tavole mi hanno letteralmente sconvolta per quanto fossero esattamente come dovevano essere.


Una vignetta di “Mani nude”. Clicca per vedere l’intera tavola.

► Nel mondo Bonelli il tuo nome è legato soprattutto a Dylan Dog e UT, ma hai molti fan anche al di fuori dell’ambito fumettistico, che magari ti conoscono maggiormente per i tuoi libri ad alta tensione. Pensi che con questa trasposizione qualcuno di loro possa seguirti nel mondo della nona arte?

Le storie costruiscono ponti e possono portare mondi diversi a comunicare.

Le storie costruiscono ponti e possono portare mondi diversi a comunicare. Sarei felice di sapere che ad alcuni miei lettori di prosa venga la voglia di conoscermi come sceneggiatrice, così come alcuni appassionati di fumetti potrebbero ritrovare il mio modo di narrare per immagini dentro ai miei libri. È successo in passato e spero succeda ancora.

► In Mani nude non ci sono donne, se non tra gli spettatori dei combattimenti. Ma tu sei stata cosceneggiatrice della miniserie di Orfani dedicata a Jsana Juric. Per il futuro dobbiamo aspettarci da te qualche altro personaggio femminile sottilmente malvagio? O anche poco sottilmente…

Ci sono sempre progetti nuovi che sperano di vedere la luce, alcuni ce la faranno altri no, alcuni contengono personaggi femminili spietati e altri no. Che dire? E’ tutto nel grembo degli dei.

A cura di Alberto Cassani


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