Nei primi anni ’70, l’America si sente fragile, scossa com’è dagli ultimi strascichi di una sconfitta militare senza precedenti e dal ribollire di inquietudini che continuano ad agitare diversi strati sociali. In questi stessi anni si consuma il dramma dei nativi, lasciati a loro stessi oppure vessati da politiche governative inique.
La Resistenza indiana, però, si fa sentire: dopo le manifestazioni degli anni ’60, gruppi di attivisti occupano l’isola di Alcatraz (1969), marciano su Washington (1972) e compiono altri atti, talvolta disperati e drammatici, intesi a sensibilizzare l’opinione pubblica (come l’occupazione armata del villaggio di Wounded Knee, avvenuta in Sud Dakota nel 1973). È in questo difficile periodo che Saguaro torna in Arizona, dopo una lunga serie di avventure nell’esercito culminate con il congedo (ottenuto in seguito alle ferite riportate in Vietnam).
Il nostro eroe ritorna a Window Rock, capitale della Nazione Navajo, e scopre che la grande riserva non è cambiata: molti nativi vivono ancora nell’indigenza, i proprietari terrieri fanno i loro comodi e le corporations sfruttano le terre in barba ai trattati, con il benestare dei politici locali.
A causa dell’ambiguo rapporto con il governo centrale, poi, i poteri della polizia tribale navajo sono limitati e i casi più importanti vengono affidati ad agenti federali bianchi che non conoscono la riserva, la lingua e le tradizioni locali. Il vicedirettore del Federal Bureau di Albuquerque, Clive Waters, grazie all’aiuto del comune amico Art Parker, arruola Saguaro, chiedendogli di istituire un’unità speciale e di situarne la sede vicino a quella del Consiglio Tribale e dell’Ufficio per gli Affari Indiani. Waters spera così di riuscire a “comunicare” con un mondo complesso, chiuso, che ha i suoi codici e la sua storia, in cui serpeggiano rabbia e brama di rivalsa. Saguaro, che ha vissuto per lungo tempo con i bianchi e pare essersi allontanato dalla “Via della Bellezza” navajo, scopre in breve di dover fare i conti con un doloroso passato, con la terra in cui è nato e, soprattutto, con la propria coscienza.