di Luca Boschi
Nella Storia del Fumetto italiano, il nome di Attilio Micheluzzi è avvolto dall’aura del mito. Chi, per ragioni anagrafiche, non ha fatto in tempo a seguirne in diretta la frenetica ed eclettica attività, tende a collocarlo in quel pantheon di Maestri dell’arte visivo-narrativa che ha fra i suoi capisaldi Hugo Pratt, Dino Battaglia, Guido Crepax e Sergio Toppi.
![]() La copertina del graphic novel Molly Manderling. |
Sono i protagonisti della prestigiosa epopea delle riviste, disegnatori di taglio realistico, preferibilmente anche autori delle loro storie, che hanno avuto modo di esprimersi in un arco di tempo molto ampio, coincidente più o meno con la loro stessa vita.
La parabola fumettistica di Micheluzzi, invece, si consuma in appena un ventennio, quello che coincide con una fase di rinnovamento culturale della Penisola, coinvolgendo la letteratura, la musica, il cinema, il teatro e persino i fumetti. Questo medium, tradizionalmente abbinato in Italia a lettori di serie C, finalmente conquista la dignità necessaria per essere studiato all’università, suscita saggi critici e convegni di approfondimento.
Peraltro, il terreno fertile che l’editoria italiana offre a Micheluzzi all’indomani del Sessantotto calza perfettamente con la sua vicenda creativa e umana: quella di un autore che non ha avuto bisogno di affilare le armi attraverso una stremante gavetta, al contrario di Pratt, di Battaglia e degli altri Maestri.
Quando Micheluzzi giunge sulla pagina stampata, già con uno stile formato, è come se l’editoria e i lettori stessero aspettando uno come lui, forse proprio lui.
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Le altre anteprime degli articoli di approfondimento:
► Il colosso invincibile di Gianmaria Contro.
► Il piccolo Passo della morte di Ferruccio Giromini.
► Parigi in giallo di Luca Barbieri.
► La posta fra le nuvole di Graziano Frediani.
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In apertura: Babel Man con Bella Palmer. Le immagini sono tratte dalla monografia di Santo Alligo, Attilio Micheluzzi.
