Boselli presenta I sette assassini!
Zagor
Il 26 marzo arriva in edicola "L'uomo di Maverick", Speciale n°25 di Zagor, che vede l'esordio di un nuovo sceneggiatore in seno alla nostra Casa editrice. Si tratta di Antonio Zamberletti, milanese, con un passato da agente operativo nella Polizia di Stato, è un apprezzato autore di romanzi hard boiled con all'attivo tre libri pubblicati: "I morti non pagano", del 2004, "I duri non piangono", del 2005, e "Silenziosi nella notte", del 2008. Cerchiamo di conoscerlo meglio, sottoponendolo a qualche domanda…
Raccontaci i tuoi esordi nel mondo della letteratura gialla: come sei arrivato a scrivere il tuo primo romanzo?
Ho scritto il mio primo romanzo per una specie di scommessa tra amici. Dico una specie perché in palio non c'era nulla, era qualcosa del tipo "vediamo se sei capace". Ho comprato un computer, mai usato prima, ho più o meno imparato ad adoperarlo, ho scritto il libro e l'ho mandato a una casa editrice di Lugano, la Todaro, specializzata nel pubblicare gialli. Dopo circa un anno è uscito e, nel novembre del 2004, sono stato selezionato tra i dodici semifinalisti al Premio Scerbanenco per il miglior giallo italiano dell'anno.
Come sei giunto, invece, a proporre una sceneggiatura per Zagor? Come mai, tra tutti i nostri personaggi, hai scelto proprio lo Spirito con la Scure per debuttare nel mondo del fumetto?
Ho scelto Zagor perché l'ho letto per molti anni, da bambino e poi da ragazzino, assieme a Tex e i vari "Larry Yuma", "Kriss Boyd", "Aquila", "Rosco & Sonny", "il Commissario Spada", "Blueberry" e via dicendo... Conoscendo abbastanza bene il personaggio ho optato per lo Spirito con la Scure, anche se la conoscenza che si ha da lettore è molto diversa da quella che si deve possedere nelle vesti di autore.
Come è cambiato il tuo metodo di lavoro, passando dalla scrittura in prosa alla sceneggiatura per un'avventura a fumetti?
Nella scrittura di un romanzo si hanno pochissimi paletti, se non quelli, comunque ben aggirabili, suggeriti dal genere. Si inventa una storia, si fa una sorta di plot e si parte. In un fumetto Bonelli, in campo da cinquant'anni o comunque creato da altri, bisogna rispettare la tradizione e in ogni caso le idee concepite dagli autori che ti hanno preceduto. Per quanto riguarda la tecnica vera e propria, i dialoghi, la costruzione delle scene, la "regia", ho imparato molto da Moreno Burattini, grande maestro e persona di straordinaria professionalità, anche se ritengo di avere ancora moltissimo da imparare.
Hai qualche modello di riferimento, uno stile in particolare a cui ti piace rifarti, quando scrivi un romanzo o quando sceneggi un fumetto?
I grandi nomi del noir americano e un italiano su tutti, il maestro Sergio Altieri. Nel fumetto, per quanto riguarda Zagor, senza alcun dubbio Moreno Burattini, per il resto Mauro Boselli: due autori molto diversi tra loro ma assolutamente invidiabili.
Dopo "L'uomo di Maverick", stai lavorando ad altre storie per la nostra Casa editrice? Quando rivedremo la tua firma su uno dei nostri albi?
Per Zagor ci sono due avventure in lavorazione, una disegnata da Chiarolla, quasi ultimata, e una da Torricelli. Sto scrivendo il ritorno di Blondie, che verrà illustrato da Laurenti. Su Dampyr è in programmazione l'uscita di "Mogadiscio" e sto iniziando a scrivere "El Lobo", uno speciale dalle forti tinte western ambientato in Messico.
Intervista a cura di Luca Del Savio
In Evidenza
Boselli presenta I sette assassini!
Il colpevole è Carlo Lucarelli!
La leggenda di Zagor su Bonelli Digital Classic!